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  • Immagine del redattoreIsaia Silvano | Daelar Animation

La Regina delle Nevi: un'eredità inestimabile

Lev Atamanov è considerato il padre dell'animazione fiabesca russa e, insieme a Ivan Ivanov-Vano, a Fyodor Khitruk, a Yuriy Norshteyn e alle sorelle Valentina e Zinaida Brumberg, l'animatore più importante della storica casa di produzione sovietica Soyuzmultfilm. Infatti, dopo aver realizzato uno dei primi successi dello studio sovietico, ovvero il cortometraggio a colori The Yellow Stork del 1950, Atamanov decide di voler celebrare le fiabe e le leggende di ogni parte del mondo attraverso film d'animazione tecnicamente sbalorditivi. The Yellow Stork riprende il mito cinese La Pagoda della Gru Gialla, tuttavia non risulta un'opera d'avanguardia e dura soltanto pochi minuti. Nonostante le già eleganti animazioni del corto, Atamanov vuole perfezionare gli elementi dinamici delle inquadrature e perciò inventa la tecnica éclair, un processo di animazione simile al rotoscoping che però anima più livelli d'immagine allo stesso tempo, come per esempio attori reali in primo piano e fotografie sullo sfondo. Il fascino e la grazia di questa particolare tecnica si notano in maniera sorprendente in The Scarlet Flower del 1952, lungometraggio diretto da Atamanov rappresentante dell'Europa centrale nella sua serie di opere animate fiabesche. Il film d'animazione è tratto dal racconto omonimo di Sergei Aksakov e riprende in maniera rivisitata le vicissitudini de La Bella e La Bestia.



La Regina delle Nevi | Daelar Animation
© Soyuzmultfilm


Nel 1957, dopo aver prodotto altri lungometraggi animati a tema fiabesco come L'Antilope d'Oro (1954), il regista dello studio Soyuzmultfilm realizza il capolavoro definitivo della sua carriera. La Regina delle Nevi, film basato sull'omonimo racconto di Hans Christian Andersen, rappresenta infatti l'opera animata sovietica più acclamata, premiata e influente della storia dell'animazione. Tecnicamente, il film risulta il vertice dell'éclair. La sua produzione è frutto della collaborazione dei migliori artisti sovietici del periodo attivi nel campo dell'animazione: Lev Atamanov dirige e supervisiona le animazioni assieme a Fyodor Khitruk, Nikolai Erdman e Nikolay Alexeyevich Zabolotsky scrivono la sceneggiatura, Artemi Ayzavyan compone la meravigliosa colonna sonora, lo storico art director Leonid Shvartsman coordina gli aspetti grafici e visivi, sempre Khitruk e il pioniere Igor Podgorskiy animano assieme ad altri artisti le sequenze dell'opera.


Nel 1959, La Regina delle Nevi, nonostante il periodo sia uno dei più tesi della Guerra Fredda, viene distribuito anche negli Stati Uniti d'America dalla Universal Pictures e dal 1960 viene riconosciuto in tutto il mondo come uno dei migliori film della storia dell'animazione tradizionale.



La Regina delle Nevi | Daelar Animation
© Soyuzmultfilm


Il capolavoro di Atamanov, pur narrando con semplicità una fiaba avventurosa, estremamente meccanica e lineare, influenza in maniera irreprensibile l'arte di altri maestri geograficamente distanti come Hayao Miyazaki, regista che, per sua dichiarazione, senza questo film non sarebbe mai stato in grado di sviluppare le caratteristiche estetiche cardine delle proprie opere. Miyazaki spiega infatti che negli anni precedenti a La Grande Avventura del Piccolo Principe Valiant - dunque tra il 1963 e il 1967 - avrebbe quasi sicuramente lasciato la Toei Doga e la professione di animatore se non avesse visto per caso La Regina delle Nevi [1], film che lo ha spinto a creare un character design pulito e morbido che andasse in contrasto con quello di moda nel Giappone del boom economico, ovvero una riproposizione nemmeno tanto originale dei canoni estetici Fleischer e Disney degli anni '30 e '40 importata nel "Paese del Sol Levante" da Osamu Tezuka. Se, quindi, i lungometraggi e le serie animate di Hayao Miyazaki e di Isao Takahata diventano, dal 1968 in poi, delle vere e proprie linee guida per lo sviluppo dell'animazione disegnata lo si deve in buona parte a questo film di Atamanov dall'importanza epocale. Oltre a loro, altri artisti giapponesi vengono ammaliati e influenzati nel tempo dall'éclair della Soyuzmultfilm come, per esempio, Leiji Matsumoto, creatore di opere rivoluzionarie come Capitan Harlock (1977/1979).



La Regina delle Nevi | Daelar Animation
© Soyuzmultfilm


Proprio quest'ultimo lavoro del maestro Matsumoto racchiude in sé elementi che rivelano quasi in maniera citazionistica un grande rispetto verso La Regina delle Nevi, come per esempio il pianeta innevato sul quale risuona il Requiem in Galaxy Express 999: Il Film, lungometraggio diretto da Shigeyuki Hayashi (alias Rintaro) nel 1979.


Negli Stati Uniti d'America, invece, a inizio anni '60 il film di Atamanov impressiona il celebre produttore Walt Disney. Il grande magnate statunitense, ormai malato e non più attento al proprio dipartimento d'animazione come nel periodo 1928/1959, non riesce a supervisionare un film basato su quest'opera animata sovietica a causa di un cancro che lo porterà alla morte nel 1966. Il primo concept dell'ancora ideale classico a tema "La Regina delle Nevi", tuttavia, viene scritto nel 1961 e, successivamente, verrà tenuto negli archivi dell'azienda per svariate decadi. Negli anni '10 del XXI secolo, infatti, tale script ancora abbozzato sarà utilizzato dai dirigenti e dai supervisori contemporanei della Walt Disney Pictures come modello per la creazione di un nuovo lungometraggio: Frozen - Il Regno di Ghiaccio (2013), il 53° Classico Disney.


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APPROFONDIMENTI


[1] Miyazaki, Hayao (2009). Starting Point (1979/1996). San Francisco. Viz Media.

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