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  • Immagine del redattoreClara Leone | Redattrice

La Rivoluzione di Utena: una fiaba di crescita e indipendenza

Kunihiko Ikuhara (Nodame Cantabile, Sarazanmai, Mawaru Penguindrum) incomincia la propria carriera tecnica nell'animazione giapponese lavorando nella Toei Animation alla fine degli anni '80, fino a ricevere nel 1992 la regia di Sailor Moon, anime tra i più famosi di sempre per avere influenzato notevolmente il genere mahou shoujo ("ragazza magica"). Nel 1996, l'artista lascia lo studio perché non riesce a esprimere appieno la propria arte - legata a logiche mainstream e dunque creata attraverso compromessi tra Ikuhara e i dirigenti della Toei - e, nello stesso anno, inizia ad avvicinare diversi artisti per fondare il team creativo Be-Papas: la fumettista Chiho Saito (Kanon, Ice Forest), lo sceneggiatore Yoji Enokido (Neon Genesis Evangelion, FLCL, RahXephon), l'animatore Shinya Hasegawa e il produttore Yuuichiro Oguro. Un anno dopo la fondazione del gruppo, Ikuhara comincia a lavorare a una serie animata di 39 episodi, prodotta dallo studio J.C. Staff e andata in onda tra il 1997 e il 1998: La Rivoluzione di Utena.


La trama della serie


Dopo aver perso i genitori, la piccola Utena Tenjo viene consolata da un misterioso principe che, prima di separarsi da lei, le regala un anello raffigurante una rosa, promettendo che si sarebbero rivisti. Rimasta affascinata dal suo coraggio e dalla sua forza d'animo, Utena decide di seguire l'esempio dell'ignoto ragazzo, diventando quindi lei stessa un principe.



La Rivoluzione di Utena | Daelar Animation
© J.C. Staff | © TV Tokyo


Anni dopo, la protagonista comincia a frequentare l'Accademia Ohtori con l'obiettivo di trovare il principe che molti anni prima l'aveva salvata. Utena si ritroverà coinvolta nei duelli del Consiglio studentesco per salvare e per proteggere una ragazza di nome Anthy Himemiya, conosciuta come la "sposa della rosa" e portatrice del potere di "rivoluzionare il mondo", ignara tuttavia degli oscuri segreti dell'istituto.


Contesto, sviluppo e personaggi


La Principessa Zaffiro (1953) è considerato il capostipite dello shojo, categoria di manga destinati a un pubblico di ragazze, nella storia del fumetto giapponese degli anni '50. Osamu Tezuka riuscì a raccontare le vicende di una ragazza costretta a vestirsi e comportarsi da uomo, denunciando la condizione sociale della donna e il riscatto sociale di quest'ultima in delle ambientazioni fiabesche tra castelli, principesse e cavalieri, elementi molto ricorrenti soprattutto nelle fiabe occidentali per il target di riferimento, ovvero per un pubblico di bambini/e e ragazzi/e che stanno entrando nella fase adolescenziale. Nello stesso periodo, autori come Leiji Matsumoto, Shotaro Ishinomori, Kazuo Umezu e Tetsuya Chiba, ispirandosi al "dio dei manga", disegnarono e sceneggiarono shojo allo scopo di soddisfare il pubblico femminile, tuttavia tali fumetti continuarono ad essere sottovalutati o addirittura ignorati dalla critica negli anni successivi.



La Principessa Zaffiro | Daelar Animation
© Tezuka Productions | © Mushi Production


È a partire dal 1970, periodo caratterizzato da diversi movimenti femministi che ribadivano i diritti delle donne, che artiste come Ryoko Ikeda, Keiko Takemiya, Hideko Mizuno o Moto Hagio, sempre ispirandosi al tratto di Osamu Tezuka, gettarono le basi dello shojo moderno, raccontando non solo storie sentimentali, bensì esplorando altri generi che avevano come protagoniste donne o ragazze forti e indipendenti, trattando anche - e per la prima volta - il tema dell'omosessualità attraverso monologhi interiori che esploravano la psicologia dei personaggi e un disegno elegante. Grazie a tali artiste, i fumetti shojo trovarono finalmente il giusto riconoscimento e, agli inizi degli anni '90, opere d'animazione come Magic Knight Rayearth (1993/1996), Sailor Moon (1991/1997) e La Rivoluzione di Utena (1996/1998), alcune nate prima come fumetti e divenute in seguito al loro successo serie animate, proponevano al pubblico personaggi femminili che combattevano per proteggere il mondo difendendo i più deboli [1].


Attingendo a tali premesse, uno dei successi della serie animata d'esordio di Ikuhara non è solo il proporre e lo sviluppare tematiche femministe ma, prendendo ispirazione da La Principessa Zaffiro, è l'inserimento ne La Rivoluzione di Utena del canone fiabesco in chiave post-moderna. Il manga di Osamu Tezuka, stilisticamente è un chiaro omaggio alla golden age della Disney e a classici come Pinocchio (1940), Biancaneve e I Sette Nani (1937) e Bambi (1942) e alla cultura artistica occidentale, attraverso riferimenti a opere letterarie e musicali quali Il Lago dei Cigni, Amleto e Le Avventure di Capitan Blood.



La Principessa Zaffiro | Daelar Animation
© Tezuka Productions | © Mushi Production


Tezuka concepì Zaffiro come un'eroina forte ma allo stesso tempo umana e fragile, con l'aspetto maschile e con il cuore di una donna. Con tale personaggio, il messaggio che Tezuka voleva lanciare al pubblico femminile era di trovare forza e indipendenza.


Al giorno d'oggi ci si riferisce alla fiaba come a un racconto breve destinato a un pubblico infantile perché «la conoscenza del mondo che i bambini hanno è spesso così limitata che essi non sono in grado di distinguere […] tra il fantastico, lo strano, l'assurdo e semplicemente le cose "da grandi"» [2] ma in realtà le origini di tali storie, originariamente narrazioni orali rivolte agli adulti, sono secolari e, mentre nel corso degli anni diverse fiabe come Cappuccetto Rosso, Biancaneve o Cenerentola sono state riadattate per un pubblico di bambini, i testi fiabeschi originali presentano situazioni macabre se non addirittura violente. Emblematico, in questo senso, è il lavoro compiuto da Walt Disney, che - a partire dagli anni '30 - ha ripreso le fiabe più importanti e le ha riadattate e trasformate appositamente in materiale adatto a circolare tra bambini e giovani, permettendo in tal modo una riscoperta dei racconti tradizionali [3]. La fiaba è un racconto breve che propone il più delle volte personaggi che, nel corso della storia, subiscono sempre una profonda evoluzione affrontando diverse prove fino ad arrivare al felice, o tragico, epilogo.



Biancaneve e i Sette Nani | Daelar Animation
© Walt Disney Company


Sono state individuate diverse tipologie scritte come la fiaba "popolare", nella quale gli autori, pur rimanendo fedeli al testo orale nella trasposizione scritta, inseriscono elementi tradizionali tipici della loro terra, la fiaba "d'autore", dove la storia viene rielaborata attraverso un linguaggio letterario artistico e personale, la fiaba "moderna", nata nell'Ottocento con il poeta e scrittore Hans Christian Andersen e diversa poiché narrata anziché raccontata oralmente e, infine, la fiaba "classica", di origine popolare e in cui gli autori, pur dichiarando espressamente di voler rimanere fedeli alla versione originale orale, nella trascrizione scritta operano abbastanza liberamente, modificando il racconto, concedendosi quelle libertà dovute all'influsso della cultura del loro tempo ed alle loro personali idee e valutazioni [4]. La popolarità della fiaba è giunta fino alla psicologia, individuata dagli esperti come un ottimo metodo per far crescere emotivamente un bambino e, già agli inizi del 1900, Carl Gustav Jung definiva le fiabe come «l'espressione più pura dei processi psichici dell'inconscio collettivo [...] e rappresentano gli archetipi in forma semplice e concisa.» individuando quattro diverse funzioni psicologiche: Pensiero, Sentimento, Sensazione e Intuizione. Mentre i primi due svolgono delle funzioni razionali perché agiscono sulla base di valutazioni, gli altri agiscono attraverso pensieri irrazionali perché lavorano sulle mere percezioni. Secondo lo psicoterapeuta, le fiabe attraverso il loro messaggio simbolico incarnano desideri, contenuti e aspirazioni comuni all'umanità. L'archetipo per Jung è la tendenza umana a usare la stessa «forma di rappresentazione a priori» contenente un tema universale strutturante la psiche, comune a tutte le culture ma rappresentato in varie forme simboliche.



La Rivoluzione di Utena | Daelar Animation
© J.C. Staff | © TV Tokyo


Non a caso, i personaggi delle fiabe hanno una personalità statica e ben definita per incarnare al meglio desideri, impulsi e mentalità. Il personaggio maschile, talvolta un principe, è visto infatti come il salvatore, mentre di solito la donna pura e casta riveste il ruolo di principessa, in attesa del suo principe per essere salvata da un dato pericolo [5]. Ne La Rivoluzione di Utena è la stessa protagonista a rivestire il ruolo di principe, non solo vestendosi da uomo "per poter essere un nobile principe che salva le principesse" e, a volte, lasciandosi personalmente ed emotivamente manipolare, ma anche assumendo tutte le caratteristiche del principe come il coraggio, la bontà d'animo e il bisogno di dover salvare chi si trova in difficoltà. Il ruolo di Utena viene enfatizzato dall'incontro con Anthy Himemiya e dagli innumerevoli duelli che la protagonista affronta per proteggere la "sposa della rosa".


I temi femministi, l'ambientazione, il concetto di "rivoluzione" e il desiderio di Utena di vestire un ruolo da principe, rompendo lo stereotipo dell'eroina passiva, sono ripresi e ispirati da Lady Oscar, in originale Le Rose di Versailles (1972), manga scritto e disegnato da Ryoko Ikeda, anche esso profondamente ispirato da La Principessa Zaffiro e considerato uno degli shojo più importanti di sempre. L'autrice e mangaka racconta la Rivoluzione francese attraverso gli occhi di personaggi per la maggioranza femminili, affrontando tematiche come la sessualità, la povertà, le ingiustizie sociali e l'amore. Oscar, Zaffiro e Utena sono tre eroine che si travestono da uomini, le prime due educate così in tenera età in un contesto maschilista.



Lady Oscar - Le Rose di Versailles | Daelar Animation
© Tokyo Movie Shinsha | © Nippon Television


Il personaggio della Ikeda, per esempio, a un certo punto non riesce a conciliare la sua natura femminile e la rigida educazione che l'ha costretta a comportarsi come un uomo, sopprimendo la sua femminilità, mentre Zaffiro riesce a tornare una ragazza solo nel finale. Utena, invece, sceglie di sua volontà - anche se in parte condizionata - di essere un principe come forma di protezione verso sé stessa, pur sapendo mantenere la sua femminilità.


La Rivoluzione di Utena è ambientata nell'Accademia Ohtori e, come nella maggior parte delle fiabe, non è dato sapere in che anno o in quale parte del mondo si svolge la storia. Ci si trova dinanzi a un mondo talvolta surreale, come le arene di duelli che si ergono sopra l'Accademia sovrastate da un castello capovolto, nella serie identificato come il simbolo dell'eternità, o come il teatrino delle ombre, che appare a metà di ogni singolo episodio legandosi al tema della suddetta puntata o prendendosi gioco dei personaggi che finiscono per essere manipolati. In Utena, inoltre, ricorre frequentemente il simbolo della rosa, proprio come in Lady Oscar, usato per sottolineare la femminilità repressa della protagonista. Nella serie animata, oltre all'aspetto estetico notabile nella serra e nei giardini, scolpito nei muri e presente sopra gli ingressi, ogni personaggio è associato a una rosa specifica. Il bianco è il colore associato alla morte e, non a caso, la piccola Utena, nell'episodio 9, si nasconde in una bara circondata da rose bianche, ma è anche il simbolo della purezza, caratteristica associata a un principe.



La Rivoluzione di Utena | Daelar Animation
© J.C. Staff | © TV Tokyo


La rosa nera, ricorrente nel secondo arco narrativo della serie, racchiude i desideri più oscuri dei personaggi. I colori verde, arancione e azzurro sono invece caratteristici dei membri del Consiglio studentesco Saionji, Juri, Touga e Miki, personaggi che rappresentano singolarmente la lealtà, l'orgoglio, la brama di potere e la serenità. All'inizio di ogni combattimento, a ogni duellante viene data una rosa di cui non si esclude anche una simbologia sessuale. La rosa rappresenta infatti la vulva femminile e la spada, che deve trafiggere il fiore per vincere il duello, un fallo maschile. La stessa sequenza iniziale dei duelli viene sensualizzata nei primi due archi narrativi della serie, nei quali il donatore della spada lascia che il duellante estragga dal proprio petto la spada conferita da Dios in persona.


Nell'architettura si percepisce lo stile artistico dell'Art Nouveau, mentre il nome di Ohtori significa letteralmente "grande uccello", animale che appare come imponente scultura in pietra nella porta di ingresso che conduce all'arena dei duelli, ricollegando dunque Ohtori al significato che il "grande uccello" rappresenti una fenice o, come cita la serie animata, l'aquila del mito di Ganimede, che assume il controllo su tutto e tutti [6]. Ciò significa che Utena, pur alloggiando in un'accademia, posto all'apparenza libero che dovrebbe supportare la ricerca, si trova in un luogo controllato e ostile, dove ragazzi e ragazze imparano ruoli sociali imposti. I primi appaiono più spontanei e aperti, mentre le ragazze preferiscono rinchiudersi in sé stesse accettando la loro condizione.



La Rivoluzione di Utena | Daelar Animation
© J.C. Staff | © TV Tokyo


La stessa Utena, in alcune occasioni, cade vittima di questo controllo da parte di personaggi che cercano di spronarla nell'abbandonare la sua condizione di principe e diventare una principessa. A tale proposito, ci si può riferire al concetto di rivoluzione, definita dal punto di vista storico come «mutamento radicale di un ordine statuale e sociale, nei suoi aspetti economici e politici. In senso stretto, il processo rapido, e per lo più violento, attraverso il quale ceti, classi o gruppi sociali, ovvero intere popolazioni, sentendosi non sufficientemente rappresentati dalle vigenti istituzioni, limitate nei diritti o nella distribuzione della ricchezza che hanno concorso a produrre, sovvertono tali istituzioni al fine di modificarle profondamente e di stabilire un nuovo ordinamento.» [7] La descrizione si riallaccia subito a Lady Oscar, opera in cui l'autrice, affascinata dalla biografia di Maria Antonietta - Una Vita Involontariamente Eroica (1932) scritta da Stefan Zweig - e sentendosi coinvolta e influenzata personalmente dalla ascesa della Nuova Sinistra giapponese, movimento politico ispirato alla Rivoluzione francese che portò negli anni della ribellione studentesca - dal 1964 alla prima metà degli anni '70 - alla formazione di diversi movimenti di protesta, decide di narrare, attraverso un contesto storico definito e romanzesco, una storia che rifletta autenticamente le rivolte culturali delle donne giapponesi.


In Utena, invece, si parla di "rivoluzionare il mondo" in un senso non solo politico ma più filosofico, morale ed esistenziale.



La Rivoluzione di Utena | Daelar Animation
Utena e Anthy | © Otaku's Journal


Se il guscio dell'uovo non si spezza, il pulcino morirà senza essere nato. Il mondo è l'uovo in cui noi siamo i pulcini, se non spezziamo il guscio del mondo moriremo senza essere nati. Spezziamo dunque questo guscio per poter rivoluzionare il mondo!

(Motto | Saga del Consiglio studentesco)


Il motto del Consiglio studentesco dell'Accademia è un chiaro riferimento a Demian. Storia della giovinezza di Emil Sinclair, romanzo di formazione che racconta dell'adolescenza tormentata del protagonista. Il libro, pubblicato nel 1919 e scritto da Hermann Hesse, poeta e scrittore tedesco - naturalizzato svizzero - profondamente attratto dal pensiero esistenzialista ripreso da filosofi come Schopenhauer, Nietzsche e Heidegger, rappresenta uno dei testi formativi più importanti della prima metà del Novecento. Nel capitolo "L'Uccello Lotta Per Uscire dall'Uovo", Emil trova delle particolari annotazioni: «L'uccello si sforza di uscire dall'uovo. L'uovo è il mondo. Chi vuol nascere deve distruggere un mondo. L'uccello vola a Dio. Il Dio si chiama Abraxas» [8]. Abraxas, divinità della cultura gnostico-mitraica, oltre ad avere degli atteggiamenti positivi come divino protettore del mondo celeste, ha anche attributi demoniaci, parallelismo visibile nel personaggio di Dios/Akio, fratello maggiore di Anthy. Inizialmente Dios, il quale nome significa divino o nobile, incontrando Utena le dice di non perdere il suo spirito e la sua bontà d'animo.



La Rivoluzione di Utena | Daelar Animation
© J.C. Staff | © TV Tokyo


Mentre Utena cresce seguendo i valori del suo principe, Dios perde la sua nobiltà insieme al suo nome, diventando dunque Akio e, come suggerisce nell'episodio 25, "la nostra eterna apocalisse", in cui l'uomo collega il suo nome a Lucifero, l'angelo scacciato dal paradiso da Dio per aver perso la purezza, o anche "il confine del mondo", colui che sembra conoscere l'eternità.


La Rivoluzione di Utena si divide in quattro archi: saga del consiglio studentesco (1-13), saga della rosa nera (14-24), saga di Akio Otori (25-33) e saga della fine del mondo (34-39). In ogni saga, Utena deve affrontare duelli il più delle volte con personaggi con cui si è già scontrata e che desiderano ottenere la "sposa della rosa" o per portare a compimento la propria vendetta, o per soddisfare un desiderio emotivo. Ciò che li spinge a combattere sono i sentimenti profondi che fuoriescono dai personaggi, mettendo a nudo i loro desideri e aspirazioni più profonde. Ogni singolo duellante ha la propria lotta da superare legata alla crescita, alla famiglia e alla sessualità. La sceneggiatura di Yoji Enokido riesce infatti non solo a caratterizzare tutti i personaggi, dando a ognuno il proprio spazio, ma a mostrare in modo intimo la loro psicologia attraverso flashback, monologhi interiori e confessioni. Nella prima e terza parte sono gli stessi sfidanti a coinvolgere Utena nel duello, andando da lei e minacciandola, mentre nella seconda parte, all'inizio di ogni duello, ogni combattente confessa a priori i propri sentimenti. Nella saga della rosa nera, inoltre, appare l'antagonista principale, Mikage Souji, desideroso di ottenere l'eternità e togliere ad Anthy il suo ruolo di "sposa della rosa" per darlo al suo amore platonico Mamiya Chida.



La Rivoluzione di Utena | Daelar Animation
© J.C. Staff | © TV Tokyo


È interessante notare come si svolgano i duelli di saga in saga. Nella prima, solo Utena estrae dal petto di Anthy la spada di Dios, mentre gli avversari si presentano già con una propria arma. Nella seconda saga-parte, gli aspiranti sfidanti estraggono la loro spada dal petto di chi vogliono rivoluzionare - e questi ultimi provano dolore fisico - lasciando capire che i combattenti non hanno nobili aspirazioni ma che sono guidati dall'odio e dalla vendetta. Nell'ultima saga, invece, la spada viene estratta direttamente dal petto dei combattenti prima di ogni duello.


La somiglianza tra Mikage, Mamiya, Utena e Anthy non è affatto casuale. I personaggi sono esteticamente simili, condividono un rapporto d'amore platonico, eppure, mentre Mikage insegue l'eternità, pur venendo manipolato da Akio, credendo di poter riportare in vita il suo amato, Utena si aggrappa a una realtà che esiste davvero e, infatti, è disposta a scoprire il segreto dell'eternità, lasciandosi involontariamente manipolare da Akio. Di nuovo, concetti come "confine del mondo" o "eternità" vengono espressi nella maniera più vaga possibile. Ogni personaggio è alla ricerca di qualcuno o qualcosa a cui aggrapparsi e che può finalmente rivoluzionarlo. Anthy, la "sposa della rosa", è un personaggio che oscilla sempre tra la purezza e l'inquietudine. Condannata a soffrire e ad accettare con passività la sua condizione, Anthy non soltanto reincarna l'oggetto di desiderio romantico da parte di Saijoni o di Miki - il primo, pur di tenerla sotto il suo controllo, ricorre alla violenza fisica, mentre il secondo si infatua associandola a un felice ricordo della sua infanzia - ma assume il ruolo di una strega sin da bambina, cercando di proteggere Dios dalla furia del popolo.



La Rivoluzione di Utena | Daelar Animation
© J.C. Staff | © TV Tokyo


Il ruolo della "sposa della rosa" - riconducibile a testi come La Sorcière (1862) di Jules Michelot e, dunque, a opere d'animazione dalla straordinaria forza eversiva come Belladonna of Sadness (1973) [9] - è ulteriormente enfatizzato dal castello dell'arena dei duelli, il cui soprannome di "il castello che si dice contenga l'eternità" sottolinea infatti i desideri dei duellanti di aggrapparsi al passato. Come viene effettivamente fatto notare da Saionji, ogni duellante è intrappolato nei suoi vecchi ricordi e Utena, che sembra aver messo da parte la sua infanzia, riesce a vincere su tutti. Ne La Rivoluzione di Utena il passato è ricollegato alla morte. Mikage non riesce ad accettare la morte di Mamiya, lo incontra solamente nei suoi ricordi e non invecchia perché è intrappolato nel proprio passato. La stessa Accademia Othori possiede la forma di diversi kofun (megalitiche tombe costruite nell'antichità) per simboleggiare una bara in cui tutti sono metaforicamente morti e l'unico metodo per tornare vivi è raggiungere l'eternità.


La serie possiede una lettura sulla crescita personale. I personaggi si ritrovano a confrontarsi con diverse sfumature dell'amore, non sempre felice o ricambiato. Per esempio Wakaba, la migliore amica di Utena, soffre per essere sfruttata sentimentalmente da Saionji che, sentendosi un inetto, usa la violenza per cercare di controllare chi gli è intorno e di possedere Anthy. Tossico è anche il rapporto fraterno tra Nanami e Touga. Lei, egoista e viziata, riesce a fidarsi soltanto di suo fratello e, conoscendo le sue avance da play-boy, assume un comportamento ossessivo, arrivando a fare del male o a umiliare il prossimo.



La Rivoluzione di Utena | Daelar Animation
© J.C. Staff | © TV Tokyo


Lo stesso rapporto si vede nella relazione tra Miki e sua sorella, in cui quest'ultima sceglie di sfidare in duello Utena per distruggere Anthy quando si rende conto che il fratello si è allontanato da lei. La Rivoluzione di Utena è ricordata per essere una delle prime serie a trattare tematiche shojo-ai, ovvero relazioni sentimentali tra ragazze. Una coppia dichiarata è tra Juri e Shiori sebbene quest'ultima, credendo di essere amata per pietà, non si fa problemi a far soffrire Juri, risultando quindi una manipolatrice egoista e ossessiva tanto da assumere il ruolo di antagonista nel film del 1999. Il rapporto tra Anthy e Utena, al contrario, sembra svilupparsi in una semplice amicizia, tuttavia, come dichiarato dallo stesso Ikuhara, le due ragazze sono innamorate l'una dell'altra. La serie stessa lancia piccoli indizi per far comprendere come evolve il loro rapporto. Strette di mano, sorrisi e la promessa di Utena di proteggere la sua amica. Iconica, per esempio, è la sequenza nella terza parte, in cui vengono mostrate le ombre delle due ragazze che si sdraiano insieme, come simbolo della loro intimità. L'evoluzione del loro rapporto viene però ostacolata da Akio, che assume il controllo delle ragazze, abusando di entrambe, e ciò spinge Anthy Himemiya a non legarsi completamente a Utena. Anthy sopporta in silenzio. Osservando il linguaggio del corpo, tende a mettere le mani in avanti assumendo una forma difensiva, usa un lessico formale e gli stessi occhiali sono una barriera per allontanarla dalla realtà perché lei si rifiuta di vedere tutta la sofferenza che la avvolge. Le uniche volte in cui affronta la realtà sono quando viene abusata da Akio e nell'ultimo episodio.



La Rivoluzione di Utena | Daelar Animation
© J.C. Staff | © TV Tokyo


Nella versione originale, Anthy chiama la protagonista Utena-sama, per formalità e quindi per rispettare i loro ruoli principali, ad accezione dell'ultimo episodio, nel quale chiude la serie con la frase: "Aspettami… Utena", ormai libera dal suo ruolo di "sposa della rosa" per poter seguire il suo principe, che ovviamente non è più Dios.


Conclusioni


La Rivoluzione di Utena è una vera perla degli anni '90, ricca di simbologia, di significati nascosti e di interpretazioni che devono essere ricostruite come i pezzi di un puzzle. Critici come Rebecca Brown hanno evidenziato tale punto della serie affermando «allunga i confini della realtà e della fantascienza. La trama di base sembra abbastanza innocua, ma devi entrare nella serie con una mente aperta e la capacità di accettare che a volte le cose non hanno senso.» [10] Anche Utena La Fillette Révolutionnaire - The Movie: Apocalisse Adolescenziale ha ricevuto critiche positive da parte della critica statunitense, elogiandone l'animazione, le tematiche LGBTQ+ e la simbologia. Considerata tuttora una delle serie animate più influenti e importanti degli anni '90, La Rivoluzione di Utena ha ricevuto un adattamento manga, sempre realizzato dal team Be-Papas, diverse light novel, spettacoli teatrali ed è riuscita a ispirare serie animate come Princess Tutu (2002) di Jun'ichi Sato, Steven Universe (2013) di Rebecca Sugar, Magical Girl Lyrical Nanoha (2005) e Puella Magi Madoka Magica (2011) di Akiyuki Shinbo, grazie all'ambientazione fiabesca, surreale, il lato umano dei personaggi che spesso sprofonda in tormenti psicologici e le relazioni omoerotiche o platoniche tra donne.


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APPROFONDIMENTI



[2] Tolkien, John Ronald Reuen (1964). Albero e Foglia. Milano. Bompiani, ed. 2004



[4] Blezza, Silvia (2003). Letteratura per l'infanzia. Ambiti, caratteristiche, tematiche. Verona. Libreria Editrice Universitaria.

[8] Hesse, Hermann (1919). Demian. Storia della giovinezza di Emil Sinclair. Milano. Mondadori, ed. 2016


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