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  • Immagine del redattoreClara Leone | Redattrice

Le Follie dell'Imperatore: armonia tra il classico e la demenzialità

Agli inizi del 2000, la Disney non è più lo studio predominante nel panorama dell’animazione. Nella seconda metà degli anni '90, infatti, i Pixar Animation Studios riescono a conquistare il settore dell'intrattenimento cinematografico con Toy Story (1995) e la Dreamworks Animation inizia a pubblicare i suoi primi film, tutte opere particolari (Il Principe d'Egitto, Z La Formica) che si distaccano dai canoni incantati della casa di Topolino. Lo studio tenta dunque di ritornare al centro dell'attenzione in un periodo di sperimentazione nel quale vengono prodotti classici diversi da quelli "rinascimentali", film che tuttavia mantengono anche una tipica impronta disneyana per non disorientare un pubblico affiliato da decenni. Dopo aver aperto il nuovo millennio con Fantasia 2000 e con la fallace prova tecnica Dinosauri, la Disney torna quindi all'animazione tradizionale, sempre nell'anno 2000, con Le Follie dell'Imperatore, il 40° classico della casa di produzione.


Il progetto iniziale


Le Follie dell'Imperatore è uno dei film Disney con la gestazione più problematica di sempre, un'opera che alle spalle presenta diversi cambi di scrittura, scelte stilistiche modificate e difficoltà nella produzione che ne definiscono tempi di lavoro lunghi ben sei anni.



The Kingdom of the Sun | Daelar Animation
© Walt Disney Company


Il lungometraggio originale era molto diverso da quello pubblicato; non si trattava infatti di una commedia, bensì di un fantasy dal titolo The Kingdom of the Sun, film ispirato alla cultura Incas che aveva come tema principale la lotta tra il bene e il male e come trama un adattamento liberamente ispirato del romanzo per ragazzi Il Principe e Il Povero (1881) di Mark Twain. Intorno al 1994, anno dell'inizio della produzione del film e periodo nel quale Roger Allers supervisiona il progetto con la piena fiducia dell'azienda (dato il grandissimo successo di pubblico e di critica ottenuto con Il Re Leone), la maggior parte del team di sviluppo si sposta in Perù per studiarne la cultura e le ambientazioni. Il lungometraggio originale raccontava la storia di Manco (che in seguito sarebbe diventato Kuzko), un giovane imperatore ricco e viziato che incontra Pacha, un pastore di lama goffo e imbranato. Come nel classico romanzo di Twain, i due ragazzi sono identici di aspetto e ne approfittano quindi per scambiarsi i propri ruoli. Tuttavia, la strega Yzma brama di evocare il dio dell'oscurità e, appena scopre l'inganno, trasforma l'imperatore in un lama e al palazzo ricatta il giovane Pacha affinché lui segua i suoi ordini senza discutere. Nelle vesti di un lama, Manco impara cosa sono l'altruismo e la bontà e, grazie a queste virtù, riesce infine a sconfiggere Yzma e a riprendere il potere del proprio regno. A fine anni '90, nonostante la sceneggiatura e una buona parte degli storyboard del film siano già pronti, una parte dello staff Disney risulta poco convinta dalla storia e dalla messa in scena impostata da Allers.



The Kingdom of the Sun | Daelar Animation
© Walt Disney Company


Dopo le delusioni al botteghino di Pocahontas (1995) e de Il Gobbo di Notre Dame (1996), lo studio preme sull'inserimento di elementi comici nei prossimi film per poter rendere le narrazioni più godibili e il più intrattenenti possibile. Viene quindi chiamato Mark Dindal, regista di Cats Don’t Dance (1997) e del futuro Chicken Little (2005), per co-dirigere il lungometraggio e per introdurre nel progetto scene umoristiche originali e accattivanti. Purtroppo, Dindal e Allers non convergono su alcuna idea e, inoltre, il film - rispetto ad altri prodotti innovativi usciti in quegli anni - viene definito dai vertici Disney poco al passo con i tempi. La produzione dell'opera, dunque, viene irrevocabilmente annullata nel 1998. La casa di produzione e Dindal, successivamente, riscrivono parte del film, trasformandolo in una parodia della storia originale, decidono di modificare alcuni personaggi già caratterizzati e di aggiungerne di nuovi. Del materiale di The Kingdom of the Sun, ultimato fino al 25%, è possibile osservare in rete parte dello storyboard [1], animazioni non complete e un'affascinate canzone di Yzma (Snuff Out the Light) [2] egregiamente interpretata dalla cantante Eartha Kitt. Le Follie dell'Imperatore debutta al cinema nel dicembre del 2000 come da programma e, alla sua uscita, riceve un'accoglienza modesta. Tuttavia, con la pubblicazione in home video, il lungometraggio riuscirà in breve tempo a guadagnare visibilità e molti consensi da parte degli spettatori, tanto che ancora oggi il film rappresenta per il pubblico mondiale il Classico Disney comico-demenziale per eccellenza.



Le Follie dell'Imperatore | Daelar Animation
© Walt Disney Company


Trama e analisi del primo tempo


Le Follie dell'Imperatore comincia in una foresta. Un lama solo e abbandonato piange sotto la pioggia. In sottofondo si sente la voce narrante che spiega allo spettatore l'identità dell'animale. In passato era un imperatore gentile e carismatico ma, tradito ingiustamente da persone che lui credeva amici, è stato allontanato dalla propria casa e spodestato dalla sua carica. Dopo il breve prologo, il film compie un salto temporale nel passato e presenta il vero protagonista: Kuzko, un giovane imperatore Inca ricco e viziato che, invece di occuparsi del suo popolo, pensa soltanto a divertirsi. Un giorno, il protagonista compie due atti che cambiano per sempre la sua vita: licenzia la sua consigliera Yzma e ordina al capo di uno dei villaggi sotto il suo controllo, Pacha, di abbandonare la collina dove vive perché a breve essa diventerà la residenza estiva imperiale. Pacha non riesce a confrontarsi con l’imperatore e, dopo un'inutile discussione, viene cacciato dal palazzo. Nel frattempo Yzma, vecchia strega e creatrice di pozioni magiche, decide di vendicarsi di Kuzko per l'umiliazione subita, avvelenandolo durante una cena e prendendo il suo posto come imperatrice. Alla cena, Kuzko beve la pozione ma, invece di morire, si trasforma in un lama per colpa di uno scambio di fialette.



Le Follie dell'Imperatore | Daelar Animation
© Walt Disney Company


Yzma incarica quindi il suo aiutante Kronk di portare lontano il corpo incosciente di Kuzko per poi ucciderlo ma, per errore, il lama finisce nel carro di Pacha mentre il contadino, sconsolato e amareggiato, sta tornando al villaggio.


Le Follie dell'Imperatore è uno degli ultimi classici realizzati usando la tecnica tradizionale prima dell’era in CGI sperimentale della Disney, periodo inaugurato nel 2005 con Chicken Little, film diretto sempre da Mark Dindal. L’animazione risulta di ottima qualità, colorata e fluida e i personaggi si amalgamano bene con sfondi non sempre dettagliati ma disegnati con uno stile spigoloso e quasi minimale. Gli animatori sono riusciti a creare delle ottime ambientazioni grazie alla mole di studio e di pazienza raccolta negli anni '90. Il lungometraggio, infatti, non gode di un vasto setting, vengono messi in scena principalmente due scenari, il palazzo dell'imperatore e la giungla, ma gli ambienti riescono comunque a rimanere ben impressi nella mente dello spettatore. Anche i pochi e ottimi personaggi messi in scena bastano per sviluppare una storia divertente e spensierata e riescono, quindi, a essere sempre coerenti ed equilibrati con essa. Caratterialmente, Kuzko non rappresenta un personaggio originale ma, come protagonista, differisce molto da quelli presenti nei Classici Disney, film nei quali i protagonisti desiderano sempre cambiare in meglio e sono sempre consapevoli sia dei propri difetti, sia dei propri limiti.



Le Follie dell'Imperatore | Daelar Animation
© Walt Disney Company


Kuzko, invece, ha un pessimo carattere, sembra cresciuto senza genitori, non ha alcun ideale da perseguire, è disposto a distruggere un villaggio indispensabile per l'economia del suo regno ed è l'unico personaggio principale disneyano che rompe efficacemente più volte la quarta parete cinematografica. Il suo cambiamento avviene attraverso una metamorfosi da umano ad animale, scelta narrativa già utilizzata ne La Bella e La Bestia (1990) che verrà riproposta sia in Koda Fratello Orso (2003), sia ne La Principessa e Il Ranocchio (2009). È interessante osservare come nel finale succeda l'esatto opposto rispetto a queste altre opere, ovvero che il protagonista come ricompensa riacquisisce la sua vera forma, mentre il villain subisce una regressione ad animale. L’introduzione di Kuzko viene presentata con una delle canzoni più famose del film, Il Ritmo dell’Imperatore (Perfect World in inglese), brano nel quale viene chiarito il tono demenziale della pellicola. Tale caratteristica si può notare attraverso certe incoerenze volute con la tradizione Incas, come l'apparizione di un cantante pop, dei prodotti culinari che non hanno niente a che vedere con la geografia del luogo e una tecnologia un po' troppo all'avanguardia per un ambiente così arretrato. Kuzko, Pacha e Yzma sono gli unici personaggi ripresi dal progetto originale del 1994 e presentano delle caratterizzazioni diverse dai loro concept iniziali.



Le Follie dell'Imperatore | Daelar Animation
© Walt Disney Company


Pacha, per esempio, è un uomo adulto, mentre in origine aveva la stessa età di Kuzko, e rappresenta una guida per la crescita del giovane imperatore. Rispetto agli altri personaggi, Pacha viene definito come il più umano sia caratterialmente, sia come character design, come dichiarato e sostenuto dal suo animatore Bruce W. Smith [3]. Il pacifico contadino, infatti, non assume comportamenti esagerati ma resta sempre una persona tranquilla, pronta ad aiutare il prossimo, e inoltre è attraverso lui che la Disney riesce a trasmettere messaggi positivi come il rispetto e l'amore per la famiglia. Yzma, invece, rimane l'antagonista principale ma viene resa molto più comica rispetto alla sua natura originale. Lo storico animatore Andreas Deja (già animatore di personaggi come Scar e Gaston), infatti, negli anni '90 le aveva donato un aspetto molto più seducente, ispirandosi addirittura a pose appartenenti a top model internazionali [4]. Kronk viene aggiunto nel 1998 dalla nuova produzione come spalla di Yzma e risulta uno dei personaggi più comici del lungometraggio. Questa caratteristica gli farà guadagnare nel 2005 un film tutto suo chiamato Le Follie di Kronk. Sia lui che Yzma sono protagonisti di siparietti surreali che distruggono i canoni dei film action e di spionaggio con, per esempio, freddi laboratori collocati in angusti sotterranei e missioni da mantenere segrete che finiscono invece con il fallire miseramente.



Le Follie dell'Imperatore | Daelar Animation
© Walt Disney Company


Trama e analisi del secondo tempo


Kuzko si risveglia nel carro di Pacha e, preso dal panico nel vedersi dentro il corpo di un lama, accusa di contadino di averlo rapito per evitare la distruzione del suo villaggio. L'imperatore crede nell'innocenza di Yzma e decide di tornare al palazzo per riassumere il proprio aspetto originale. Il mondo esterno, tuttavia, è pericoloso e pieno di difficoltà. Pacha, per pietà, decide di riaccompagnarlo al palazzo e, nel corso del viaggio, soprattutto dopo un salvataggio da morte certa che però ostacola i due personaggi obbligandoli a percorrere una strada insidiosa, comincia a capire che, in fondo, Kuzko è una brava persona. Intanto, al palazzo, Yzma ha preso il potere ma scopre che Kuzko è ancora vivo. Assieme a Kronk, la nuova imperatrice parte quindi alla sua ricerca per eliminarlo una volta per tutte. Kuzko e Pacha si fermano in una locanda, riposano e qui incontrano i due antagonisti. Il contadino li sente parlare del piano per uccidere il lama e cerca quindi di portare l'imperatore al sicuro. Quest'ultimo, tuttavia, non crede alle parole di Pacha e lo caccia via. Il lama raggiunge Yzma e, nascosto, viene a sapere il vero intento della strega e di quanto lui, inoltre, sia odiato dal proprio popolo e dal resto della corte. Il film ritorna dunque al punto di partenza, scena dove Kuzko si abbandona al pianto sotto una pioggia battente.



Le Follie dell'Imperatore | Daelar Animation
© Walt Disney Company


Il protagonista risulta inadatto a vivere nella foresta e comincia a subire le prime punizioni per il proprio pessimo comportamento. Tali sequenze "drammatiche" mantengono comunque un tono comico e assurdo come, per esempio, il ritorno di Pacha, scena in cui il contadino arriva in scena aggrappato a una liana di cui non viene mostrata alcuna estremità. Molte di queste gags portano a una completa "sospensione dell'incredulità", nonostante in alcune sequenze si dimostrino a volte un po' deboli data la loro non credibilità di fondo.


Durante il secondo tempo, il film comincia a introdurre le morali che andranno a rappresentare lo sviluppo del personaggio principale. Non viene spiegato come mai Kuzko si comporti sempre in modo così infantile e arrogante, ma il suo carattere potrebbe derivare dal fatto che lui sia sempre stato circondato dalla ricchezza materiale e che quindi gli manchino nell'animo ogni forma di umiltà e di altruismo. Kuzko, infatti, arriva a capire cos'è veramente la solitudine solo quando perde Pacha, il suo unico vero amico. Sarebbe stato sicuramente interessante vedere approfondita la vita di Kuzko, tuttavia il non parlarne apertamente risulta una scelta saggia, altrimenti la sceneggiatura avrebbe inserito troppe sfaccettature del personaggio e avrebbe generato un ritmo disorganico della narrazione. Il film spesso viene criticato per un'eccessiva semplicità, ma in questo caso proprio questa sua proprietà riflette un suo grande punto di forza.



Le Follie dell'Imperatore | Daelar Animation
© Walt Disney Company


Pacha è l'unico personaggio che crede veramente in Kuzko. Nonostante i tradimenti e il pessimo carattere dell'imperatore, l'uomo si prende comunque cura di lui standogli vicino e offrendogli un enorme aiuto per tornare a casa. Il duo Yzma & Kronk, invece, riesce a reggere benissimo per tutto il lungometraggio non solo grazie alle frequenti battute, bensì anche per via di una grande cura impiegata dai tecnici Disney nel realizzare i movimenti dei corpi. Yzma, infatti, quando perde la pazienza ed esplode di rabbia attraverso espressioni fuori dal comune, viene raffigurata in maniera caricaturale e profondamente spigolosa. Kronk, spalla comica che subisce le umiliazioni della strega senza ribellarsi fino al terzo atto del film, ritrae invece nel design e nelle animazioni impacciate la propria natura goffa, non molto sveglia e senza alcun dubbio gentile.


Trama e analisi dell’epilogo


Kuzko incontra Pacha in un pascolo e riesce a ottenere il suo perdono. I due, dopo aver seminato Yzma e Kronk, riescono ad arrivare al palazzo e a raggiungere il laboratorio con la speranza di trovare la pozione giusta per far tornare il lama un essere umano. L'ex consigliera, tuttavia, riesce a mettere l'imperatore e il contadino contro le guardie del palazzo ma, attraverso le sequenze più esilaranti del film, finisce con il trasformarsi in un gatto, mentre il protagonista riprende finalmente la propria forma umana.



Le Follie dell'Imperatore | Daelar Animation
© Walt Disney Company


Nel finale, il giovane imperatore si presenta una persona più compassionevole, infatti decide di costruire la propria residenza estiva vicino alla collina del villaggio di Pacha, in modo che i due personaggi, ormai amici, possano passare le vacanze insieme. Nel terzo atto del lungometraggio insorgono scelte narrative che potrebbero essere definite buchi di trama. Ad esempio, non viene spiegato come Yzma e Kronk siano riusciti a trovare il villaggio di Pacha. Forse la lacuna può essere colmata dal fatto che nel film viene mostrato solamente un villaggio, come se fosse quindi l'unico del regno. Non è chiaro, inoltre, quanto ci mettano i due antagonisti a ritornare al palazzo. Viene lasciato in sospeso, infatti, come Yzma e Kronk, dopo essere caduti in un burrone, siano riusciti a raggiungere il laboratorio prima di Pacha e di Kuzko. Questa scena illogica viene giustificata con una battuta abbastanza deludente, o almeno sottotono rispetto alla comicità vista durante il resto dell'opera.


Inizialmente, il film doveva concludersi con Kuzko che abbatteva una foresta vicino alla collina di Pacha per costruirci sopra la propria residenza estiva. Tale scelta, tuttavia, manda su tutte le furie molti addetti ai lavori e, tra gli artisti coinvolti nel progetto, anche il cantante Sting, poiché questo finale avrebbe sicuramente promosso un messaggio dannoso e negativo verso l'ambiente e un vero e proprio affronto alla cultura Incas. La canzone che accompagna i titoli di coda, Un Amico Come Te di Sting, verrà invece candidata agli Oscar nel 2001.



Le Follie dell'Imperatore | Daelar Animation
© Walt Disney Company


Il brano esprime un testo malinconico che descrive il rapporto tra Kuzko e Pacha. Nella canzone, il protagonista si definisce abbandonato e poco intelligente, ma ringrazia l'amico che gli è rimasto accanto e che è riuscito a fargli aprire gli occhi sul mondo.


Conclusioni


Le Follie dell'Imperatore, nonostante non presenti dei contenuti di chissà quale spessore e utilizzi un tipo di comicità demenziale già visto in cartoons come I Simpsons (1989/in corso), diventa in breve tempo uno dei classici più apprezzati dal pubblico perché si rivolge a qualsiasi età e riesce a divertire adulti e bambini senza cadere nel becero nemmeno per un secondo. Il lungometraggio, quindi, non si prende sul serio ma ciò non lo rende un film di bassa qualità. L’opera riesce, infatti, a mantenere un tono comico anche nei momenti più seri senza snaturarne gli insegnamenti, impartendo qualche lezione allo spettatore attraverso un divertimento assicurato dall'inizio alla fine. Il film, ancora oggi, è uno dei Classici Disney a cui il pubblico è più affezionato, nonostante non sia uno dei migliori lavori della casa di Topolino. Purtroppo, per adesso non è possibile osservare il progetto originale The Kingdom of the Sun. Nel 2002, la Disney ha rilasciato un documentario, The Sweatbox, nel quale viene raccontata parte della produzione del film e, nel 2021, sui social è stata avviata una campagna - #releasetheallerscut - nella speranza di convincere la casa di produzione a continuare o a far comunque riapparire in qualche modo l'opera interrotta nel 1998.

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